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Il Porto e la nautica come fattore di sviluppo per la città di Salerno

Porto

Cesare Capone, Nino Lambiase, Tony Giugliano, Antonio Autori, Giudo e Raffaele Petteruti, l’avv.Sara, sono soltanto dei nomi per alcune persone, ma per noi che li abbiamo seguiti sono stati coloro che hanno dato il via alla nautica da diporto Salernitana con alcune decine di barche.

Oggi le cose sono cambiate, iniziamo a contare le migliaia di imbarcazioni e le centinaia di operatori con centinaia di posto di lavoro e questo senza tener conto dell’indotto.

Il cantiere Gatto, la Nautica Sud, il Cantiere Soriente, queste sono le realtà che l’opinione pubblica conosce, ma posso assicurarvi che nei campi, sui monti, in posti sperduti ci sono realtà molto, ma molto più grandi di queste che nemmeno sono considerate e chissà, probabilmente, nessuno sa della loro esistenza. Io ne faccio parte, rappresentandone una piccola parte ovvero 38 con circa 256 dipendenti.

Questo grande sviluppo, da la netta impressione di non essere gradito, in quanto le autorità, che sembrano essere più interessate all’incremento economico addotto da distruttive speculazioni e poco lungimiranti politiche economiche volte ad una sicura involuzione delle prospettive di sviluppo del settore, non nutrono alcun interesse di espansione e tanto meno di risoluzione delle problematiche relative all’enorme carenza di posti barca ed alle difficoltà operative.

La nautica è uno dei cavalli trainanti dell’Economia Nazionale, la vendita di un’imbarcazione non può essere paragonata ad una movimentazione portuale che coinvolge solo gli operatori portuali, la merce che si movimenta verrà in ogni caso prodotta e con qualsiasi mezzo, anche senza il porto di Salerno, consegnata a chi di dovere.

La costruzione e la vendita di una sola imbarcazione, coinvolge tutti i produttori di materiale che sono centinaia, l’azienda produttrice, l’azienda fieristica che coinvolge gli allestitori, i trasportatori, la sicurezza, centinaia di ragazzi che trovano occupazione anche se per alcuni giorni, etc., l’azienda venditrice, l’utente finale il quale a sua volta avvia un nuovo ciclo forse molto più importante perché periodico negli anni, l’azienda ormeggiatrice, il cantiere di rimessaggio, il distributore di carburante, l’equipaggio, il tappezziere, il trasportatore, ……e potrei continuare all’infinito, anche l’azienda di prodotti alimentari di eccellenza in quanto sicuramente in una barca troverete un vino nettamente migliore di quello consumato nella dimora del suo proprietario.

Ecco cosa rappresenta la vendita di una barca per il paese nonché per la città in cui viene effettuata la vendita ma, bastano soltanto 3 parole in un contratto di vendita che non potranno mai essere scritte, per perdere tutto questo:

posto barca garantito

Un cliente che compra un’imbarcazione la prima richiesta che avanza è il posto barca. I diportisti lamentano l’elevato costo di gestione di una imbarcazione nonché un’enorme carenza di servizi. E’ vero ma tutto questo è dovuto al puro menefreghismo delle Autorità.

Alcuni anni fa, presentai in Capitaneria di Porto, una richiesta di concessione demaniale per installare, sul molo Manfredi, uno splendido Prefabbricato progettato nei minimi particolari da adibire ad ambulatorio medico, bagni pubblici e deposito attrezzi per gli operatori della nautica.

Dopo una centinaia di adempimenti, mi venne richiesta un modifica al progetto e subito dopo questa modifica, la domanda mi venne respinta senza alcuna motivazione. Mi rivolsi con un ricorso al Ministero ottenendo, non solo l’esito positivo, ma anche una dichiarazione scritta dello stesso che il progetto risultava essere di grande interesse. Ebbene, la Capitaneria mi rimandò al Comune il quale mi rispose che l’opera in oggetto avrebbe contribuito al degrado dell’ambiente.

Vorrei rendere pubblico tale progetto nominato da me Cristo all’Inferno. Centinaia di contenitori accatastati nell’immondizia, Gru di tutti i tipi, Sollevatori di tutti i tipi, baracche di lamiera e di qualsiasi altro materiale, barche vecchie e fatiscenti tirate a secco alle quali qualcuno lavorava producendo solo immondizia e per giunta il posto individuato per la collocazione del prefabbricato in oggetto, non era altro che un deposito di spazzatura ed immondizia dove i topi organizzavano feste.

Dopo due intensi anni dedicati a questo progetto, ormai stanco, pensai bene di tirare i remi in barca in quanto capii di appartenere alla categoria di coloro che, vogliono lavorare, crescere, produrre e che pensano di poter trasformare i sogni in realtà per se e per gli altri. Non c’è posto per gente simile in questa città.

Sono tante le problematiche alle quali noi operatori dobbiamo quotidianamente far fronte e a tale proposito il 6 dicembre 2005, riunii i componenti il gruppo Assocharter-Salerno con l’intento di discutere delle problematiche inerenti al settore nautico al fine di poter innalzare la qualità dei servizi offerti.

Una famiglia - una città - un paese, risulta essere ricco quando ha ingresso di danaro e non quando il danaro circola solamente, così come avviene nella nostra città. L’unica medicina a questo è senza ombra di dubbio l’industria ed il turismo.

Una volta avevamo un zona industriale che, ceduta ai grandi speculatori, è ormai divenuta commerciale, dove un giovane con capacità imprenditoriali, se non è figlio di imprenditore, non potrà mai fare l’imprenditore e potrebbe avere, con mio enorme rammarico, capacità nettamente superiori di un ebete figlio di imprenditore, includendo me stesso. In questo modo non si ottiene riciclo, è come vivere in un baratro senza uscita, non avremo mai un miglioramento, non vedremo mai emergere una nuova realtà per poter dire “ più uno ”, i giovani salernitani non avranno futuro e saremo sempre il mezzogiorno d’Italia.

I costi dei terreni e degli opifici nell’area industriale sono allucinanti e credo che dovrebbe esserci più interesse da parte delle autorità in merito a questa realtà. Se c’è dello spazio libero in questa città non pensiamo a trasformarlo in deposito per contenitori vuoti………

Veniamo al turismo

Salerno non credo che possa vantare di essere una città turistica in quanto non immagino cosa possa offrire ad un eventuale turista se non la sua posizione geografica e strategica dovuta alla sua vicinanza a posti stupendi di qualsiasi interesse.

Un’imbarcazione di 10 metri in transito è in grado di dare quotidianamente quello che 200 giapponesi o tedeschi o ……. possano dare transitando nella la nostra città, consumando un eventuale caffé, un panino o probabilmente un menù turistico a 7,50 Euro. Non intendo dire che questo sia da sopprimere per dare spazio alla nautica, ma che sia complementare al turismo nautico che attualmente è inesistente, in quanto un’imbarcazione, giornaliermente, potrebbe dare lavoro, senza necessità di strutture alberghiere carenti nella nostra città, a:

- Distributori di carburante

- Attività alimentari che attualmente soffrono la presenza dei grossi centri commerciali (Cambusa)

- Ormeggiatori

- Officine meccaniche

- Commercianti del settore ed in genere

- Ristoranti

Ho sentito di progetti portuali turistici su tutto il litorale Salernitano e c’è una cosa che mi lascia perplesso ed allo stesso tempo mi fa ridere, ai tedeschi da menù di Euro 7.50 li riceviamo al centro della nostra splendida città, mentre al proprietario di un mega Yacht che potrebbe darci tanto, quando scende a terra, gli facciamo fare quattro passi nella zona industriale o nello schifo di litoranea che ci ritroviamo.

Sono certo che impazzirà dalla voglia di ritornare a Salerno.

Senza ombra di dubbio il porto, oggi commerciale, sarebbe la risoluzione a tele problematica. Sono queste le interrogazioni che mi faccio e le risposte che mi do:

D- Quanti operai conta oggi il porto di Salerno e con quante e quali prospettive di sviluppo ????

D- Quanti operai conta la struttura degli operatori nautici attuali e potenziali futuri e con quante e quali prospettive di sviluppo????????

R- Per quanto concerne gli operai del porto Commerciale, mi limito a dire che in caso di delocalizzazione, se ogni operatore nautico volesse assumerne uno, servirebbero molti altri uomini.

Riguardo alle prospettive di sviluppo del Porto Commerciale, posso dire “nessuna” in quanto è saputo che il nostro Porto Commerciale è insufficiente e che non ha nessuna possibilità di ingrandirsi mentre, come Porto Turistico, potremmo vantarci di avere uno fra i Porti Turistici meglio collocati e più invidiati d’Italia.

D- Quanto rende oggi il porto commerciale all’Erario ed alla Città ??????????

R- Ritengo che sia l’Erario e del tutto la Città potrebbero farne a meno.

D- Quanto potrebbe rendere all’Erario trasformandolo in turistico e quanto potrebbe rendere all’economia cittadina??????????

R- Sicuramente l’Erario sarebbe più felice di avere tanti concessionari con possibilità di emettere bandi pubblici come previsto dalla legge, per aggiudicarne gli spazi in concessione, traendone enormi benefici rispetto ad oggi, così come tutte le categorie dell’economia cittadina, potrebbero cominciare ad attingere danaro importato e non riciclato.

Chi si sognerebbe mai di costruire una bellissima villa con l’ingresso dal bagno di servizio??? Questo comporta il Porto Commerciale nella posizione in cui si trova e con lo squallore che rende. Salerno è una bellissima città e gode di una posizione ideale, iniziamo a dargli l’ingresso che merita, spostando la porta dal bagno al salone, puntiamo gli occhi sulla situazione industriale e sul mare che sono le uniche risorse vere e future, perché, in caso contrario, resterà solo e sempre
“una bellissima città con una posizione ideale”.

Luigi Salsano
29/11/2007 18.11.31

 


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